Alcuni giorni fa se n'è andato per sempre Ade Capone. Purtroppo non ho potuto essere presente al suo funerale, e quindi, anche se detesto rendere omaggio a qualcuno scomparso via Internet (uno dei tanti deplorevoli costumi di questa era della dis-integrazione sociale), questo è l'unico mezzo che mi rimane per ricordarlo e salutarlo per l'ultima volta.
Ade è stato il mio mentore, il mio maestro. Anzi, Maestro, perché di scrittori come lui, oggi, ce ne sono pochi. Una buona parte di quel poco che so sulla scrittura, lo devo a lui. Ade è stata la persona con cui ho avuto più contatti, nel lungo periodo della mia vita in cui ho tentato di fare della scrittura la mia professione. Poi, in questi ultimi quattro, cinque anni, ci eravamo persi di vista. Non che ci fossimo poi incontrati molte volte... tre, forse quattro volte. Eravamo amici? Boh. Non lo so neanche io. Credo di sì. Si può misurare un'amicizia in base al numero di volte in cui si ci vede? Di sicuro tra noi c'era intesa. Quella sensazione indescrivibile che si percepisce istintivamente quando si conosce qualcuno e si capisce subito che ci si muove sulla stessa lunghezza d'onda. Una cosa di pelle. Probabilmente c'era, c'è, affetto sincero. Condividevamo spesso idee e opinioni. Di frequente, abbiamo discusso, anche duramente, ma questo non fece che rinsaldare il rapporto.
Di sicuro, c'era stima reciproca. Come persone, non come scrittori.
Non credo infatti che mi ritenesse un autore di talento, e aveva ragione. L'ho capito con dieci anni di ritardo. Lui lo sapeva, ma mi ha sempre stuzzicato, incitato e mai, mai mi ha fatto mancare il suo incoraggiamento, perché sapeva che a muovermi, come per lui, era una grande passione.
Mi prendeva per i fondelli, mi insultava scherzosamente (e io ricambiavo...), ma poi, alla fine, zac, ci metteva il suo incitamento.
Io era il "Piazzaolo", e sinceramente non ricordo neanche da dove avesse tirato fuori questo nomignolo... forse perché io l'ho sempre invitato a venirsi a mangiare una pizza, quando fosse capitato a Roma. Lui invece, per me, era il "Grande Bastardo". Koresh (il nome di uno dei suoi cattivissimi personaggi), si firmava sempre.
Gli avrò inviato una cinquantina di soggetti per Lazarus Ledd, ma lui, a ragione, me li bocciò tutti, tranne uno. Forse si arrese per sfinimento... vero, Ade? Eppure li lesse sempre tutti, e rispose sempre, con infinita pazienza, fornendo puntualmente dettagliate e impeccabili spiegazioni del perché quell'idea faceva schifo.
"Cinque righe, Andrea", mi aveva imposto come regola. "Se non sei capace di descrivermi la storia in cinque righe, significa che non è una buona storia". E così è, ora lo so. L'ho imparato da lui. Se un'idea è valida, bastano due, massimo tre frasi.
Da un cristone come lui, non ci si aspetterebbe che possa morire. Ancora fatico a crederci. Posso fermarmi un attimo, e il suo vocione, inconfondibile, con quella sua meravigliosa evve moscia, mi risuona nelle orecchie. Posso sentirlo.
Ho scelto questa foto perché penso esprima bene il tipo di persona che era. La sua personalità. Deciso, diretto, sicuro di sé. Senza peli sulla lingua, non di rado controrrente, caustico, apparteneva a quella categoria di persone, formata da assai pochi individui, che hanno il coraggio delle proprie idee. Grande carisma, e grande capoccia. Sul suo comodino c'era sempre qualche libro complessissimo (almeno per me...) di argomento scientifico o speculativo. Che poi, puntualmente, infilava nelle sue storie.
Era credente? Questo non lo so. Diverse delle sue creazioni, da Lazarus Ledd a Trigger, passando per Morgan, erano accomunate dall'affascinante idea che "dietro" la nostra realtà ci sia dell'altro. Che differenti universi spaziali e temporali si incrociassero e sovrapponessero continuamente, al di sopra e al di sotto della nostra realtà. Che tutto fosse energia, e che questa ci rendesse una cosa unica, con gli altri esseri viventi e con l'universo tutto. L'idea gli piaceva e lo affascinava tantissimo.
E allora, concedetemelo, mi piace pensare che Ade, ora, e per sempre, sia comunque ancora qui con noi, con me. Magari dietro e dentro la sequenza di bit che sto generando con questo mio messaggio.
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Mi mancherai, Ade. Addio, Ade.